COSA È RANK BRAIN.
Rank Brain è l’algoritmo di intelligenza artificiale (IA) e apprendimento automatico (AI) che Google utilizza per ordinare i risultati della ricerca, aiutandolo ad elaborare e comprendere meglio le query.
I fondamenti dell’indicizzazione sui motori di ricerca non sono cambiati moltissimo in questi ultimi anni. Le cose su cui lavorare in maniera pro-attiva comunque rimangono: Contenuti, Link, Misurazione ed il Rank Brain, le cui funzionalità in termini di Ranking non sono chiare a tutti, anche se da molti viene considerato il terzo fattore più importante. I sostenitori affermano che il Rank Brain tenga traccia delle interazioni dell’utente con il sito web e le query, ed usi questi dati per la riorganizzazione delle serp.
COSA RENDE RANKBRAIN DIVERSO?
ECCO COSA SAPPIAMO:
Prima di RankBrain, il 100% dell’algoritmo di Google era codificato a mano. Rank Brain invece modifica parte l’algoritmo in autonomia. In funzione della chiave di ricerca, Rank Brain aumenterà o diminuirà l’importanza dei back link, la freschezza dei contenuti, l’autorità del dominio. Dunque esamina in che modo gli utenti di Google interagiscono con i nuovi risultati di ricerca. Se gli utenti apprezzano il nuovo algoritmo, rimane. In caso contrario, RankBrain ripristina il vecchio algoritmo con una specie di A/B test ricorsivo.
Google ha chiesto a un gruppo di Ingegneri interni di identificare la pagina migliore per una determinata ricerca, e lo stesso test è stato fatto con Rank Brain attivato.
A quanto afferma Brian Dean di Backlinko, Rank Brain è stato migliore di circa il 10% nell’individuare i risultati più pertinenti.
Inoltre Rank Brain, ha risolto un enorme problema per Google. Gli ingegneri si erano resi conto che un 15% delle keywords che le persone digitavano non avevano uno storico, qualcosa come 450 milioni di parole chiave al giorno, e quindi i risultati non erano precisi.
Un esempio: supponiamo che un utente cerchi per primo “la console grigia sviluppata da Sony”. In precedenza Google non sapeva classificare bene questa frase, e di conseguenza andava a cercare le keywords con il tentativo di trovare le pagine che contenessero gli stessi termini, termini simili, sinonimi. Oggi RankBrain cerca di capire veramente quale è la richiesta, un po’ come farebbe un umano. Come? Associando parole chiave mai viste in precedenza con parole chiave che Google ha già avuto modo di catalogare ed interpretare. In questo caso Google RankBrain potrebbe aver trovato che già molte persone in passato hanno cercato “console grigia sviluppata da Nintendo” riferendosi alla console da gioco. Quindi mostra risultati sulle console. In questo caso, la PlayStation.
Un altro esempio: Se cerchiamo la keyword, La bambola storica della Mattel, Google restituisce Barbie. Se gli poniamo un’altra domanda, La bambola storica della Giochi Preziosi, Rank Brain avendo già catalogato ed interpretato query simili è in grado di restituire un risultato pertinente (osservare anche le ricerche correlate). Cicciobello.
UNA VOLTA CHE RANKBRAIN ELABORA LA QUERY
COME FA A IDENTIFICARE L’ ATTINENZA CON L’INTENTO DI RICERCA DEGLI UTENTI?
RankBrain ti mostra una serie di risultati di ricerca, che ritiene, attraverso dati pregressi e calcoli predittivi, essere i migliori per quella data keyword. Ma a Google non basta, infatti Rank Brain utilizza i segnali UX per affinare le serp. In altre parole, testa il comportamento degli utenti e modifica il posizionamento in funzione dei risultati ottenuti nel tempo. In alcuni casi se le nuove serp non performano a dovere effettua roolback automatici e riparte con le analisi.
CHE COSA ANALIZZA ESATTAMENTE RANKBRAIN?
Attualmente sappiamo che i dati che l’intellingenza artificiale di Google tiene in considerazione sono:
- Click-Through-Rate organico
- Tempo di permanenza
- Frequenza di rimbalzo
- Pogo sticking
* Per chi non conoscesse il termine Pogo sticking, faccio un piccolo riassunto: Pogo sticking si verificano quando un utente esegue una ricerca, fa clic su un risultato, fa rapidamente clic sul Back tornando sulla pagina dei risultati della ricerca e fa clic su un risultato diverso. Questo tipo di comportamento è un risultato diretto di insoddisfazione immediata nei risultati di ricerca e, a differenza della frequenza di rimbalzo, il pogo sticking è sempre un segnale negativo. Ed è molto influente.
Questi sono noti come segnali di esperienza utente (segnali UX) che Google in questo momento sta monitorando.
IN CONCLUSIONE
Effettivamente non sappiamo con quale forza Rank Brain influisca sull’andamento delle serp, e quale priorità Google gli abbia attribuito all’interno del proprio algoritmo di ricerca. Resta comunque il fatto che è sicuramente un nuovo modo di interpretare e approcciare la SEO. Non bastano più Contenuti di Qualità e Link building ma occore una buona user experience.
(cosa che sostengo da anni)
“WE ARE ALL NOW CONNECTED BY THE INTERNET, LIKE NEURONS IN A GIANTBRAIN.“
Stephen Hawking